Il Blitz alla Maddalena - No Tav

La Maddalena durante la battaglia
Arrivano alle 4.50 di mattina, così come tante volte nel passato. Come chi ha da nascondere qualcosa, con le tenebre arrivano, poliziotti e carabinieri. Annunciati da Maroni, con il benestare anche di quella finta opposizione che si fa chiamare Partito Democratico. Ma che in questa situazione di democratico ha saputo mostrare ben poco.
Qualcuno parla di una battaglia, certamente i metodi adottati dalle “forze dell’ordine” hanno molto a che fare con la guerriglia. Arrivano le ruspe, scortate dagli scudi, pronte ad abbattere le barricate dietro cui più di 1000 No Tav si trincerano. Lacrimogeni a grappolo o ad altezza uomo iniziano a rendere l’aria irrespirabile.
Sono le 7.00 quando mi sveglio, per ripassare qualcosa in vista della terza prova, quest’anno ho la maturità. Appena mi sveglio controllo su Facebook, da un mese a questa parte è diventata un’abitudine controllare se per caso nella notte sia successo qualcosa.

E’ incredibile come qua in valle si viva come sotto una costante minaccia. Ogni volta che passa un elicottero il pensiero va sempre al presidio alla Maddalena, alla resistenza che lì continua da più di un mese.

Stavolta hanno attaccato sul serio. Come degli stolti o come chi va per fare male. Come stolti perché da quando alla Maddalena vi è un presidio permanente la notte tra il 26 e il 27 giugno è stata in assoluto la più affollata, preceduta dall’imponente fiaccolata. Per fare male perché se si è cercata in modo volontario la notte più affollata è chiaro che l’obiettivo non era un sereno sgombero dell’area ma ciò che si è ottenuto, oltre 5 ore di resistenza, dolorosa, con un bilancio finale di oltre 30 feriti tra i manifestanti e con i giornali, questa volta più sudditi che mai, capaci di affermare che oltre 25 poliziotti sono stati feriti.


L'assemblea di Bussoleno
Ieri sera l’assemblea di Bussoleno ha dimostrato che il popolo No Tav è attivo e attento, pronto a riprendersi i terreni della Maddalena. Un Polivalente strabordante che non è riuscito a contenere tutte le persone giunte dalla valle per decidere le prossime mosse. I No Tav sono pronti a proseguire, per nulla intimoriti o scoraggiati da quello che è accaduto alla Maddalena. Era chiaro a chiunque che 2000 poliziotti in assetto anti-sommossa erano in grado di riprendere un lenzuolo di terreno, ma ciò è accaduto solamente grazie alla violenza e ad una militarizzazione degna di un regime. Che cominciare un cantiere in queste condizioni è chiaro a chiunque, figuriamoci finirlo.

Il Tav è un’utopia, l’ennesima opera di cui si vuole una data certa e una fine nel mai, perché la cricca possano compiere indisturbati i propri affari, incurante della disastrosa economia italiana e dei danni ambientali a cui anni e anni di osservatorio, peraltro di parte, non hanno saputo dare risposte soddisfacenti.

Stasera l’appuntamento è alle 20.30 davanti alla stazione ferroviaria a Susa, per ribadire con forza il No al Tav ed all’uso della violenza con una fiaccolata.

Matteo

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