Prendete un imprenditore italiano, di quelli che reggono in piedi il paese. Toglietegli tutti gli operai a 1.000 euro al mese. Toglietegli gli intelletti, le idee e la forza di tutti lavoratori in nero e di quelli in”grigio” (stagisti, lavoratori a progetto, operai e impiegati a tempo determinato). Toglietegli gli aiuti di stato, la cassa integrazione guadagni, toglietegli i fondi e i finanziamenti di stato e quelli comunitari. Toglietegli la possibilità di delocalizzare le produzioni, di fare finta formazione accedendo al denaro pubblico.
Toglietegli le amicizie politiche e gli appalti truccati, i governi e i regimi amici e la gestione dei beni pubblici.
Toglietegli gli appoggi delle lobbies e delle logge, dei finti sindacati e dei partiti di destra e di sinistra. Toglietegli la misericordia e l'assoluzione delle chiese e delle sue compagnie.
Toglietegli l’aiuto dei gruppi bancari, così come si nega il mutuo all’operaio e all’impiegato.
Toglietegli la spregiudicata libertà di risparmiare sulla sicurezza. Toglietegli la possibilità di arricchirsi investendo nella guerra, nella morte, nella devastazione ambientale e nello spreco di energie.
Toglietegli l'efferatezza e la spavalderia di difendere ed applaudire ad un criminale, un amministratore d’azienda che ha arso vivi sette uomini violando leggi, regole, normative e adempimenti.
Toglietegli la spocchia del padronato e la sicurezza delle tasche sempre gonfie.
Chiedetegli ora di reggere in piedi lo Stato.