Sembra ormai una normale prassi quella di non accorpare i referendum alle elezioni amministrative. In Piemonte infatti, 25 anni dopo la consegna di 60000 firme, si voterà riguardo le normative che regolano la caccia (a seguito un articolo per conoscere i quesiti). La regione ha però deciso di far votare i piemontesi il 3 giugno e non il 6 maggio, data in cui in numerosi comuni si vota per le elezioni amministrative. Il costo di questa operazione è di circa 25 milioni di euro che sarebbero stati risparmiati accorpando le due votazioni.
Non è possibile che ogni volta che si presenti una situazione in cui la riuscita di una votazione dipenda dalla partecipazione popolare (in quanto anche il referendum regionale ha un suo quorum) la politica faccia del suo meglio per boicottarla. Sprecare milioni di euro per cercare di minare consultazioni popolari oltre che essere eticamente ingiusto è anche un affronto a tutti coloro che si sentono ripetere che questo o quell'aumento servono per risanare il debito pubblico.
Si spera che questo referendum raggiunga il quorum, dimostrando con le azioni che l'arroganza di chi tenta di boicottare la democrazia non porta a nulla.
Matteo
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Certo che ci vuole una faccia di bronzo (per non dire di culo) per spendere i soldi pubblici in questo maldestro modo.
RispondiEliminaBisogna essere proprio italiani o asservire a chissà quale idea per non capire questa esigenza.
Forse perché non sono i loro soldi (viene da pensare)!
Ma comunque, come diceva un tale: "Tiremm innanzi", finché non scoppia il bubbone della rivoluzione.
Mi sono chiesto spesso cose L’utopia
RispondiEliminaE da ignorante quale sono questa è l’unica risposta
Che mi è venuta in mente
L’utopia è il bene Che non c’è
È la scintilla che manca a L’uomo per essere simile a Dio. VITTORIO