Archive for aprile 2012

Progresso e ambiente in Valsusa


Il progresso sta arrivando in Valle di Susa, trasportato in trionfo da un manipolo di uomini armati di scudi e manganelli, insensibili alle ragioni che tutto intorno a loro vengono più volte ribadite.

Ecco, mostrato in modo esemplare nell'immagine qua sopra, il suddetto progresso che senza battere ciglio, inizia già a distruggere la natura della valle. Per mettere due recinzioni, il cui scopo è allontanare i valligiani dalla valle stessa, si abbattono alberi in gran quantità, si dilania il territorio.

Questo non è che l'inizio, il riscaldamento di una macchina infernale che se riuscirà a entrare in funzione modificherà per sempre la faccia della valle.


Matteo

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Basta rimborsi elettorali? Riflettiamoci

Con lo scandalo dei soldi utilizzati impropriamente dalla Lega Nord e dalla famiglia Bossi è tornato alla ribalta la proposta, peraltro già avallata da un referendum popolare poi aggirato dai politici, di eliminare completamente i finanziamenti pubblici ai partiti, siano essi rimborsi elettorali o altre forme simili.

Se in linea di principio chiunque potrebbe essere d'accordo bisogna però provare, con uno sforzo di astrazione, a pensare a cosa potrebbe succedere in un'ipotetica Italia in cui ogni partito deve fare campagna elettorale contando solo sui propri soldi.

In quest'ipotetica Italia i partiti avrebbero diversi modi di finanziare le proprie campagne elettorali: potrebbero chiedere soldi ai propri elettori, con iniziative di autofinanziamento, oppure potrebbero chiedere soldi ad aziende, finendo magari per dover cedere a quest'ultime, modificando il proprio programma elettorale.

Probabilmente la soluzione migliore sta nella giusta misura e non negli estremi. Non è per nulla giusto che i partiti vivano totalmente sulle spalle degli italiani, ma non è neanche possibile che vivano senza alcun contributo, poiché sarebbe troppo grande il rischio che diventino sempre più S.P.A. e sempre meno contenitori di idee e progetti per il futuro dell'Italia.

Matteo

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Kony 2012


Kony 2012 è un video virale pubblicato dall'associazione Invisible Children per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale riguardo i crimini di cui si è macchiato Joseph Kony. Egli infatti è a capo di un'organizzazione militare, la LRA, la quale ha compiuto numerosi crimini contro l'umanità.
Il video ha raggiunto in poco tempo oltre un centinaio di milioni di visualizzazioni ed ha convinto migliaia di persone a partecipare attivamente, aiutando l'associazione sia tramite il passaparola informatico sia tramite donazione per acquistare un apposito kit.
Contemporaneamente alla crescente popolarità della causa sono spuntate dal web numerose accuse dirette all'associazione riguardanti l'utilizzo delle donazioni ed i metodi di azione. Cerchiamo di vedere in dettaglio le accuse e le rispettive risposte dell'associazione.

Le accuse a Invisible Children

  • Spreco di soldi: l'accusa è quella di spendere gran parte dei fondi dei sostenitori per attività non strettamente necessarie. Per esempio la stessa realizzazione del video Kony 2012 ha avuto un costo molto alto. L'obiettivo del video però, cioè rendere famoso Kony, è stato sicuramente raggiunto.
  • Poca trasparenza: le atrocità compiute da Kony secondo alcuni sarebbero state esagerate allo scopo di rendere più efficace la campagna di sensibilizzazione di Invisible Children.
  • Kony è morto: alcuni sostengono che Kony sia in realtà morto. Di certo anche se fosse morto il problema della sua organizzazione militare non è finito, quindi è bene continuare a battersi riguardo questa causa. Altre voci però sostengono che esso non sia più in Uganda da circa 6 anni, vanificando così il lavoro di esercito dell'Uganda e americani.
  • Interessi economici: il video contiene un invito esplicito a donare soldi a Invisible Children e inoltre la decisione degli Stati Uniti di intervenire in Uganda sembra spinta da una recente scoperta di giacimenti di petrolio proprio in Uganda. Insomma, le accuse fanno intuire che molto probabilmente l'appoggio del governo è dovuto soprattutto a interessi economici.
  • Colonialismo: l'idea dell'uomo bianco che si deve fare carico di portare la democrazia e la pace in altri paesi è un tema carico al colonialismo. Tant'è che l'intervento degli Stati Uniti è di tipo militare, andando ad affiancare l'esercito dell'Uganda, anch'esso non proprio eticamente pulito, essendo accusato di stupri e saccheggi.

La risposta di Invisible Children

Invisible Children non ha tardato a rispondere alle accuse della rete. Lo ha fatto dedicando un'intera pagina del suo sito internet a rispondere ad ogni singola accusa in modo accurato (questo il link).
Inoltre ha inoltre pubblicato un seguito del video virale intitolato "Kony 2012 part II Beyond Famous", più tecnico rispetto al primo.


Sostenere o accusare?

Probabilmente nessuno di noi ha la risposta in tasca riguardo a quali siano i veri interessi dietro Kony 2012. Ci sono però alcuni dati di fatto che possono aiutare nell'avere una propria opinione riguardo la vicenda. Joseph Kony di sicuro non è una brava persona ed è nell'interesse della comunità mondiale riuscire a porre fine alle azioni violente e scriteriate della sua organizzazione militare. Condividere il video non ci danneggerà e, anche se parte delle vostre offerte non finissero direttamente in Uganda, dubito che possano fare del male ai ragazzi che l'associazione cerca di aiutare.
Quello che può essere utile fare è cercare di utilizzare tutta questa attenzione attorno a Kony 2012 per migliorare davvero la situazione in Uganda, facendo sì che non solo Invisible Children continui il suo impegno, ma si attivi anche perché la ricerca di Kony non diventi l'ennesima "missione di pace".


Matteo

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Fonti
vice.com
observer.ug
you-ng.it
breaking italy

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25 milioni di euro sprecati

Sembra ormai una normale prassi quella di non accorpare i referendum alle elezioni amministrative. In Piemonte infatti, 25 anni dopo la consegna di 60000 firme, si voterà riguardo le normative che regolano la caccia (a seguito un articolo per conoscere i quesiti). La regione ha però deciso di far votare i piemontesi il 3 giugno e non il 6 maggio, data in cui in numerosi comuni si vota per le elezioni amministrative. Il costo di questa operazione è di circa 25 milioni di euro che sarebbero stati risparmiati accorpando le due votazioni.

Non è possibile che ogni volta che si presenti una situazione in cui la riuscita di una votazione dipenda dalla partecipazione popolare (in quanto anche il referendum regionale ha un suo quorum) la politica faccia del suo meglio per boicottarla. Sprecare milioni di euro per cercare di minare consultazioni popolari oltre che essere eticamente ingiusto è anche un affronto a tutti coloro che si sentono ripetere che questo o quell'aumento servono per risanare il debito pubblico.

Si spera che questo referendum raggiunga il quorum, dimostrando con le azioni che l'arroganza di chi tenta di boicottare la democrazia non porta a nulla.

Matteo

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Peggio del Porcellum


L'attuale legge elettorale è stata definita Porcellum da Sartori, esperto politologo che più volte si è duramente espresso contro di essa. I cittadini hanno chiesto a gran voce una sua modifica. Inascoltati, hanno tentato la strada del referendum elettorale, di cui sono però stati bocciati i quesiti.

Con il Governo Monti il tema sembra essere tornato alla ribalta, ma paradossalmente questa rischia di non essere una buona notizia per i cittadini. Infatti la variegata maggioranza, cercando un accordo, è riuscita a fare ciò che nessuno era mai riuscito a fare: peggiorare il Porcellum.

Chi infatti si aspettava un ritorno delle preferenze rimarrà deluso, la politica non intende in nessun modo rinunciare a questo privilegio che si è conferita da sola. Né ci sarà alcun metodo simile (come collegi uninominali) per permettere al cittadino di poter votare una persona e non un partito.
La prima novità, peraltro mai chiesta dai cittadini, è la cancellazione dell'obbligo di coalizione: i partiti non dovranno più far sapere al cittadino con che partiti si alleeranno ed eventualmente governeranno. Tutto ciò avverrà dopo il voto. Chi voterà così dovrà fidarsi del proprio partito, sperando che una volta eletti i suoi rappresentanti, esso faccia ciò per cui è stato votato.

Tutto ciò è molto triste, perché va a minare dalle fondamenta la base di ciò che si intende per Democrazia. Infatti questa proposta non fa altro che aumentare la distanza tra elettore e partito e da la possibilità di inciuci post-elezioni senza precedenti.

Non sembra cambiare nulla riguardo alle soglie di sbarramento ed al premio di maggioranza, il partito con più voti riceverà automaticamente una maggioranza spaventosa ed i partiti più piccoli saranno, come già tutt'ora, relegati a guardare da fuori la politica italiana. Per equilibrare questo è in progetto per i partiti esclusi un diritto di tribuna, anche se non si sa nulla di più riguardo a questa proposta.

Il referendum aveva stabilito che una cospicua parte degli italiani voleva una revisione dell'attuale sistema elettorale, ma questi primi momenti di discussione sembrano distrugge ogni speranza di ottenere un nuovo sistema che dia ai cittadini la possibilità di affidare il governo del proprio paese a persone oneste e competenti.

Matteo

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