Archive for gennaio 2011

Pensieri in musica volume 20


Ecco video e testo del nuovo singolo di Caparezza.

A Malinconia, tutti nell'angolo tutti che piangono,
toccano il fondo come l'Andrea Doria.
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat.
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bohnam.
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la "Nona".
e pensare che per Dante questo era il "Bel paese là dove 'l si sona",
per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l'icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona.
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona

E poi se ne vanno tutti. Da qua se ne vanno tutti.
Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti.

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Ausmerzen - Vite indegne di essere vissute


Ho deciso di iniziare inaugurare una nuova categoria nel blog, la sezione Tv di qualità. Oggigiorno è sempre più difficile trovare qualche programma di approfondimento o semplicemente non volgare, con questa rubrica voglio condividere con voi impressioni e suggerimenti circa i programmi di qualità che ancora esistono nella televisione di oggi.

“Il 26 gennaio - afferma Lillo Tombolini, direttore di rete di LA7 -, alla vigilia del Giorno della Memoria, LA7 e Marco Paolini si ritrovano ancora una volta per offrire ai telespettatori un prodotto unico, originale, che scava nel passato per trasmettere un messaggio quanto mai attuale: "Ausmerzen - Vite indegne di essere vissute", un racconto che vuole stimolare le coscienze di oggi attraverso una vicenda insabbiata per decenni dopo la guerra, il cosiddetto Progetto Aktion T4, cioè l'eliminazione fisica del diverso. Siamo onorati dal fatto che Paolini metta a disposizione del pubblico del nostro canale la sua straordinaria capacità di narrazione. Introdurrà la serata Gad Lerner e, alla fine, dopo il racconto, ne discuterà con la sua sensibilità e la sua cultura, con l'aiuto di alcuni ospiti”.

Perciò per chi sia interessato l'appuntamento è per stasera alle 21.00 su La 7

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Ipocrisia di Governo


Nel giorno in cui abbiamo ulteriori notizie riguardo il Bunga Bunga e scopriamo che Berlusconi è indagato per concussione e prostituzione minorile, due reati gravissimi che in qualsiasi altro stato democratico costerebbero la poltrona di qualsiasi politico, in Senato Alfano presenta il disegno di legge S.1969-B, che porta questo titolo: "Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno" (qui il testo del ddl approvato alla Camera).

Ogni commento è superfluo.

Matteo

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Rottamiamo il rottamatore, aiutiamo gli operai


Devo ammettere che all'inizio ho pensato che Matteo Renzi, sindaco di Firenze del PD, potesse essere una ventata di novità all'interno del partito. Naturalmente immaginavo una novità positiva.
Quando si iniziò a parlare dei "rottamatori", una correntina del PD che vorrebbe un cambio di dirigenza interna, ho continuato ad ammirarlo, perché penso che politici incollati alle poltrone da tempo immemore siano uno dei problemi del PD.
Quando ultimamente è andato a casa di Berlusconi per parlare di Firenze ho iniziato ad avere qualche dubbio; le motivazioni ed i fini potevano essere valide, ma i mezzi non lo erano di sicuro e non penso che "il fine giustifichi i mezzi".
Con quest'ultima dichiarazione Renzi ha sciolto ogni mio dubbio, adesso mi rimane da capire perché sia ancora nel PD e non si iscriva al Pdl.

Io sono dalla parte di Marchionne. Dalla parte di chi sta investendo nelle aziende quando le aziende chiudono. Dalla parte di chi prova a mettere quattrini per agganciare anche Mirafiori alla locomotiva America

Chiunque appoggi il piano economico di Marchionne di sicuro non possiede idee tali per cui restare in un partito di sinistra o centro-sinistra che sia, ma neanche un uomo di destra può accettare che in Italia si arrivi a referendum del genere, nel quale si domanda ad un dipendente se vuole continuare a lavorare perdendo quelle libertà costituzionali di una nazione fondata sul lavoro o preferisce non lavorare affatto.

Renzi, Berlusconi, Fiom, Cisl, Uil, Bersani e chi più ne ha più ne metta, non si tratta di votare sì o no, si tratta di capire che siamo sotto ricatto, che questo ricatto può costituire l'inizio di una lunga serie di sconfitte per i lavoratori di tutta Italia. Lo spiega decisamente meglio di me Piergiorgio Paterlini su Piovono Rane.

Matteo

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Il pugno di lato - Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia

Sembra essere un evento moderno, degli ultimi decenni. Sembra essere nato sull'onda dell'annientamento dei confini europei e la riduzione della burocrazia per gli stati extraeuropei, ma non è così. Fuga di Cervelli, Cervelli in fuga, lavoratori all'estero, chiamateli come volete, l'importante è che la definizione sia unanime. “cittadini dell'unione europea in possesso di un titolo di laurea, che hanno risieduto continuamente per almeno ventiquattro mesi in Italia e che, sebbene residenti nel loro Paese d'origine, hanno svolto continuativamente un'attività di lavoro dipendete, di lavoro autonomo o di impresa fuori di tale Paese e dell'Italia negli ultimi ventiquattro mesi” (A.S. n.2212 Art. 2, comma 1). Ok, fermi tutti. C'è qualcuno che non ha capito? Spiego. Questa definizione è stata estrapolata dal disegno di legge intitolato “Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”. Approvato da entrambe le camere il 25 maggio 2010 alla Camera dei Deputati e il 23 dicembre 2010 al Senato. Il motivo di questa legge è far fronte alla fuga di eruditi, brillanti imprenditori e manager se non semplici lavoratori che optano per trasferirsi in stati esteri Europei se non Extraeuropei. L'idea dei legiferanti è semplice. Ridurre lo sgravio fiscale per un determinato tempo per coloro che pensano di tornare nel loro bel paese. Torniamo sui passi del disegno di legge attualmente in fase di scrittura e pubblicazione.

La definizione data prima su “chi è il cervello in fuga” è molto chiara. Cittadini laureati, “studiati” che hanno RESIDENZA (da non confondere con il domicilio. La residenza è l'indirizzo scritto sulla carta di identità, il domicilio è in pratica dove alloggiate) in Italia, ma che per motivi di lavoro sono domiciliati (stanno, alloggiano, dormono, vivono) in un paese diverso da quello di residenza (Italia).
I soggetti sono loro. Più precisamente il disegno di legge restringe il cerchio a persone nate dopo il 1° gennaio 1969. Ad oggi 2011 sono gli attuali quarantenni e poco più.
I soggetti in questione in caso di rientro in Italia, dopo un iter burocratico, potranno approfittare del beneficio fiscale messo loro a disposizione. L'articolo 3 parla di questo onere: imposta ridotta al 20% per le donne e 30% per gli uomini. Non ridotta “del 20-30%”, ma “A” quella percentuale. Una riduzione dell'imposta equivalente all'80% per le donne e del 70% per gli uomini. Ultimo punto preso in considerazione nonostante vi siano altri punti: l'articolo 1. Durata della riduzione fiscale. Sintesi: da entrata in vigore della legge fino alla fine del periodo di imposta in corso: fine 2013.
Ora, considerazioni a caldo che si possono condividere comodamente su questo blog.
Chi viene favorito con questa legge sono quelli che avranno il coraggio di tornare al paese d'origine. Sbrigate le procedure amministrative potranno usufruire dei vantaggi per un periodo ridotto: un avviamento. Il dubbio che scaturisce è l'utilità di questa riduzione. Siamo poi sicuri che il “lavoratore” rimanga allo stato d'origine? Secondo l'articolo 7 il beneficiario deve garantire la sua presenza lavorativa in Italia per almeno cinque anni dal suo ritorno. Sono sufficienti cinque anni per convincere un individuo che ha fatto la sua esperienza all'estero a rimanere in una Nazione destinata al calo del lavoro?

Altro dubbio. Più che un dubbio è un analisi etica. Vi sono due individui con la stessa istruzione e le stesse capacità intellettive e procedurali; uno cerca lavoro all'estero e l'altro rimane in Italia. Chi dei due è favorito da questa legge? Il personaggio andato all'estero. Logico. Quale dei due ha però rispecchiato il vero senso patriottico? (…) In sintesi il personaggio andato all'estero ha la possibilità di trovare un lavoro maggiormente retribuito se si confrontano alcuni dati. Mediante la legge ha l'occasione di tornare per un discreto periodo in patria ricevendo per un discreto tempo agevolazioni fiscali. Si rischia di dover arrivare a questo tipo di pensiero: “lavoro all'estero due anni e torno in Italia. Ho fatto un esperienza maggiore con elevato stipendio e questo aumenta il mio prestigio al contrario dell'italiano che è rimasto al suo paese; rimango cinque anni con qualsiasi lavoro e se non ho raggiunto lo stesso tenore che avevo all'estero vado nuovamente via dall'Italia”. L'individuo rimasto in Italia come viene tutelato/invogliato a rimanere? Mi viene da pensare: perché lo stato si lamenta della fuga dei cervelli quando in realtà l'agevola? Non dovrebbe stimolare questi “cervelli” a rimanere, invece di farli tornare e rimetterci anche in tasse?

Davide Vighetti

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