Archive for settembre 2011

Travaglio - Lega di mafia e di governo

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Il Piemonte senza Memoria


Terra del Fuoco è un'associazione che da anni si occupa di organizzare il Treno della Memoria. Questa esperienza rappresenta per i partecipanti, tutti giovani e futuri cittadini, un'occasione per conoscere e comprendere, fare memoria e soprattutto crescere come cittadini pensanti e autonomi.

In poco tempo sono diventate tante le regioni coinvolte nel progetto e sempre più ragazzi hanno potuto partecipare, aiutati da contributi della regione e del comune di appartenenza.
Oggi la regione Piemonte ha deciso di togliere i fondi destinati a sostenere questo progetto. Con ingenuità, stupidità o malizia si rischia di privare moltissimi ragazzi piemontesi della possibilità di partecipare al Treno della Memoria.
I costi senza i fondi della regione infatti diventerebbero troppo onerosi per certe famiglia, facendo sì che il progetto diventi solo per un'elite di benestanti. Ecco perché il Piemonte è senza memoria: il rilancio del paese deve avvenire anche e soprattutto da un rilancio del ruolo di cittadino, da queste occasioni di memoria e crescita personale.
Ostacolarle significa non avere una politica lungimirante o, più maliziosamente, non avere a cuore il futuro dell'Italia. Perché solamente conoscendo il passato si può vivere il futuro.

Matteo

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La Valle militarizzata


Penso che la Valle di Susa sia militarizzata.

Penso che la Valle sia militarizzata perché alla parola Chiomonte tutti pensano a quello.
Penso che la Valle sia militarizzata perché non passa giorno senza che il rumore di un elicottero della polizia sia sentito in tutta la Valle.
Penso che la Valle sia militarizzata perché oramai sta diventando una cosa normale partire per manifestare prendendo precauzioni contro i lacrimogeni.
Penso che la Valle sia militarizzata perché oramai l'autostrada viene normalmente chiusa perché possano passare i mezzi della polizia, ma la causa viene addossata ai No Tav.
Penso che la Valle sia militarizzata perché di fronte agli ingressi delle autostrade ci sono delle sbarre pronte a chiuderla in qualsiasi momento.
Penso che la Valle sia militarizzata perché un'intera zona di essa è recintata.
Penso che la Valle sia militarizzata perché contro cittadini hanno schierato militari.
Penso che la Valle sia militarizzata perché nei luoghi dove molti alpini sono nati, hanno avuto il coraggio di mandare gli alpini.
Penso che la Valle sia militarizzata perché si è pericolosi se si portano dei limoni.
Penso che la Valle sia militarizzata perché a manifestare si rischia il carcere.
Penso che la Valle sia militarizzata perché la polizia ferma le macchine con la paura che all'interno ci siano "spie No Tav".
Penso che la Valle sia militarizzata perché il sindaco di Chiomonte da dello spacciatore a degli studenti.
Penso che la Valle sia militarizzata perché se si organizza un banchetto informativo in una scuola arrivano i carabinieri.
Penso che la Valle sia militarizzata perché a protezione di un cantiere si sente la necessità di ergere un muro di cemento.
Penso che la Valle sia militarizzata perché in fondo, piano piano e con la complicità dei giornalisti, ci vengono tolte libertà fondamentali.

Matteo Nurisso

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.. e voi dove eravate?


Sono ormai trascorsi più di due mesi dalla manifestazione di Exilles e Chiomonte organizzata in risposta allo smantellamento "manu militari" del presidio della Maddalena di Chiomonte del 27 Giugno. Da allora mi sono quotidianamente indignato; ogni giorno ho dovuto reprimere moti di umano odio verso ignobili politici, rabbiosi agenti vittime di una lobotomia di stato, amministratori dediti al meretricio politico, proni e servili scribacchini, colpevoli indifferenti.
Ho la magra consolazione che per nessuno di costoro ci sarà un tributo di dignità, di rettitudine morale, di riconoscimento storico-politico. Semplicemente passeranno lasciando il segno di una razzia di denari e di un rabbioso rancore.
Mi amareggia però, dopo settimane di attesa, osservare che i nostri "benpensanti", i "miti", colti al calar del sole del 3 di Luglio, da un moto irrefrenabile di pacifismo, inorriditi dai "difensivi" lanci di pietre e in obbligo di scrivere, giudicare e sentenziare, sono caduti nel silenzio. Non ho visto nessuno di loro arrampicarsi sugli alberi come il nostro eroe e compagno Turi. Non ho visto nessuno di loro avanzare nudi fra i sibilanti lacrimogeni al CS. Nessuno si è steso a terra davanti a un mezzo meccanico divenuto violento per servile e svenduta volontà di un uomo.
Il digiuno lo hanno lasciato agli "empi", "scellerati" e "giornalistici" black block, rei di aver costruito barricate e di disubbidire al sistema in ogni modo, magari attraverso umane debolezze e sbotti di ira e violenza.
Ci si poteva, forse, attendere presenze e azioni di mediazione, pacifici tentativi di negoziazione fra chi usa violenza per uno stipendio e chi risponde alla violenza per difendere se stesso, i compagni e un'intera valle. Niente è accaduto, nessun benpensante l'ho visto veramente e pacificamente impegnato in quella democratica opposizione che, a tratti diviene lotta, e che ai loro occhi è apparsa quale terribile violenza.
Non ho mai lanciato un sasso. Tendo al pacifismo sapendo di non essere un pacifista, ammiro le azioni pacifiche, eclatanti e coraggiose sapendo di non avere il coraggio di riproporle. Se mi chiedete di promettere che mai lancerò un sasso, il mio diniego diventa obbligo di coscienza. Le situazioni decideranno per la mia mano e questa potrebbe augurarsi di avere pietre alla sua portata.
Perdonatemi cari "benpensanti" ma allontano la violenza del giudizio e della sentenza e sto dalla parte di Nina e Marianna.

Roberto

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