Mi sono imbarcato sull’aereo senza sapere bene quali esperienze avrei vissuto nel mio viaggio in Sicilia. L’idea era di ripercorrere le orme di chi ha combattuto con tutte le sue armi contro la mafia e la mentalità che da essa deriva, di lasciare il mondo metaforicamente un po’ migliore di come lo si era trovato. Con queste idee sono partito da Torino ed al mio arrivo ho trovato una regione particolare.
Siamo stati accolti da un gruppo di scout di Cinisi con grande gioia, ci hanno dissetati (mamma mia ragazzi che impresa trovare un po’ d’acqua fresca!), introdotti in questa regione che ha due lati molto diversi tra di loro. Da un lato c’è la criminalità organizzata, la mafia, che punta ai suoi interessi, spesso con il benestare dello stato che avrebbe il compito di sgominarla e dall’altro vi è un gruppo di persone con ideali forti e giusti, che forse un po’ per caso, talvolta per opportunismo, ma più spesso semplicemente per coerenza e ribrezzo si oppongono a questa mentalità.
A Cinisi abbiamo visitato la Casa-memoria in ricordo di Peppino Impastato, una di quelle persone che aveva deciso liberamente di mettere a repentaglio la propria vita per denunciare gli intrallazzi della mafia locale. In quella casa si respira l’aria della resistenza, non di quella partigiana, ma di quella spontanea in ogni uomo onesto, quella che permette al giorno d’oggi d’indignarsi ancora per l’ennesimo scandalo di uomini di potere ed il totale disinteresse dei politici per il popolo. Quella che probabilmente oggi rappresenta l’unica speranza di uscire una volta per tutte da questo circolo di politica spazzatura e politici vecchi, bigotti e in malafede.
Dopo Cinisi è stata la volta di Palermo, dove dopo una visita della città abbiamo raggiunto la base Volpe Astuta, un bene sequestrato alla mafia e tuttora gestito dall’Agesci. Questo forse è divenuto il mio personale simbolo di lotta concreta alla mafia: toglierle ciò che rende per usarlo a favore dei cittadini e dello stato. Questa base è stata ed è tuttora oggetto di vandalismo da parte della malavita, ma ha saputo reagire con forza ogni volta ristrutturando l’abitazione al centro dell’immenso terreno.
La base di Cinisi |
Ci ha spiegato le ragioni della sua discesa in campo, del suo ruolo di “guida” assunto dopo le stragi di Falcone e Borsellino quasi per caso, grazie al calore dei Siciliani che in quegli anni seppero alzare la testa di fronte alle prepotenze della mafia organizzando grandi manifestazioni. Non vuole che si parli di Paolo come di un eroe, perché il suo comportamento fu semplicemente di persona coerente.
La base Volpe Astuta |
Infine si è discusso dell’ultimo ruolo di Rita nella politica attiva: Eurodeputata del Pd (come indipendente) al Parlamento Europeo. Rita sta analizzando lo sviluppo della mafia nei paesi Europei che purtroppo oramai non è più un’esclusiva italiana. Ma anche all’interno dello stesso Parlamento Europeo sono molte le persone di cui diffidare, con un passato oscuro o dai processi per reati tuttora in corso e perciò poco idonee ad occupare ruoli del genere. E così che nasce spontanea la domanda “ma come si fa a stare in mezzo a questi esseri?”. La risposta è semplice: per cambiare la politica non si può fare altro che entrare in campo noi stessi in prima persona e reagire denunciando gli interessi personali dei nostri politici ogni volta, così da poter portare in campo le proprie proposte di cittadino onesto, sbagliate o giuste che siano, saranno proposte pensate per la comunità e non per se stessi.
Infine voglio concludere l’articolo riguardo questo viaggio sicuramente importante per me con un primo passo concreto per poter cambiare le cose, l’ultimo suggerimento di Rita è stato infatti quello di iniziare dalla politica a livello locale; un buon esercizio per tutti quanti può proprio essere quello di iniziare a frequentare i Consigli Comunali, per controllare ciò che accade nel piccolo ambiente che è il proprio Comune, chissà che non nasca la voglia di scendere in campo in prima persona.
Matteo