Buonasera a tutti voi che leggete quest'articolo. Probabilmente la notizia la saprete già, l'avrete già letta su altri blog o sui giornali, ma io voglio parlarne, seppur in ritardo, perché ritengo sia importante.
Dino Boffo, all'epoca direttore dell'Avvenire, era diventato soggetto di una campagna denigratoria portata avanti dal direttore del Giornale Vittorio Feltri, che lo accusava non avendo in mano in realtà nulla di concreto, sulla sua presunta omosessualità (come se fosse un reato!) e su delle presunte molestie telefoniche. Oramai pubblicamente distrutto, Boffo era stato costretto alle dimissioni da direttore dell'Avvenire, con grande giubilo del Giornale.
Qualche giorno fa, con grande sorpresa di tutti, Vittorio Feltri ha fatto dietrofront su tutto ciò che è stato detto a proposito di Boffo: Da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali tantomeno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità. Oggi Boffo sarebbe ancora al vertice di Avvenire. Inoltre Boffo ha saputo aspettare, nonostante tutto quello che è stato detto e scritto, tenendo un atteggiamento sobrio e dignitoso che non può che suscitare ammirazione.
Insomma, il Giornale ha detto un sacco di fesserie, aveva ragione Boffo, lo ammiriamo. Stop.
Secondo il mio modesto parere Feltri doveva riflettere un po' più seriamente su tutta la questione, poiché l'aver pubblicato quella notizia data da un informatore, ma senza effettivi riscontri, solamente per accanirsi contro un personaggio scomodo era un rischio. Scoprire che erano tutte fandonie, così come è stato, dovrebbe far riflettere un direttore, fino a domandarsi se ci si può ancora chiamare giornalista.
Nurisso
Ottimo pezzo, ragazzi!
RispondiEliminaA presto
Grazie mille, fanno sempre piacere i vostri complimenti!!
RispondiEliminaNurix