Scusandoci per il disagio



di Piergiorgio Paterlini

Nevica, e 700 treni vengono cancellati. 700 in un giorno, non in un anno. Si potrebbe anche sopportare.

Nevica, e Moretti dice, riuscendo a rimanere serio: “Chi sale su un Intercity dovrebbe portarsi almeno un paio di panini, dell’acqua e un maglione in più”.

Già, che problema c’è? È logico. Se prevedi – e la probabilità è altissima – di passare 12 ore in aperta campagna di notte con dieci sotto zero su un treno bloccato senza riscaldamento e senza minibar, il minimo che una persona previdente possa fare è effettivamente portarsi da casa un po’ di generi di prima necessità: magari anche una stufetta (a legna, perché la corrente non c’è), delle coperte, una scatola di aspirine, cose del genere.

Ma anche questo – forse – si potrebbe sopportare.

Ciò che non si può assolutamente sopportare è l’annuncio che Trenitalia ha ideato, immaginando di fare cosa gentile, per casi di questo genere e che noi passeggeri ci sentiamo ripetere invariabilmente a ogni viaggio, qualunque cosa stia accadendo: “Il treno Intercity Notte 799 da Torino Porta Nuova a Roma Termini viaggia con 740 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio”.

Il disagio? DISAGIO??? Hai detto “d-i-s-a-g-i-o”???

12 ore e 10 minuti di ritardo sarebbero un “disagio”? Meno di un foruncolo sul naso, più o meno come una scarpa slacciata, quasi meno di dieci centesimi che ti cadono in un tombino?

“Disagio” si può dire per un ritardo di 8 minuti. Disagio è il bar che ha finito i tovagliolini. Disagio è quando una vibrazione eccessiva fa scivolare il libro che stai leggendo addosso al tuo vicino senza provocare danni seri se non appunto un po’ di disagio.

Una notte al gelo – in campagna o alla Stazione Termini – ma anche semplicemente 60 minuti di ritardo su una percorrenza di 120, un Eurostar con un solo bagno funzionante per tutte le carrozze di prima e di seconda classe (la regola), tutto questo non è un “disagio”. Si tratta di piccole catastrofi quotidiane, di microtragedie, di disservizi intollerabili e danni molto seri: alla vita, al lavoro, all’equilibrio psico-fisico delle persone.

Ingegner Moretti, dia retta. Visto che ai problemi seri pare non riesca a porre rimedio, a questo – che non è meno serio ma certo del tutto alla sua portata – provveda. Subito. Faccia cambiare quell’annuncio. E infligga una bella multa al sadico o allo spiritosone che l’ha concepito. Subito. Non costa nulla. Non migliorerà nulla. Ma, lasciandoci il danno, ci toglierà almeno la beffa. In parole più chiare: ci levi questa colossale presa per il culo.

E, naturalmente, ci scusi per il disagio.

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