23 gennaio 2010. Un sabato importante per i No Tav, una giornata in cui dimostrare una volta per tutte che il movimento non è morto, che non si è solo più 4 gatti. Una marcia in cui ritrovare la gioia di stare insieme, ma soprattutto la forza di volontà per continuare a resistere.
All'appello dei giorni scorsi hanno risposto 40.000 persone, con una precisione certosina la questura ne ha contate esattamente la metà, 20.000. Qualunque sia la cifra reale resta un numero esorbitante di manifestanti, che hanno sfilato in un Comune di 7.000 abitanti.
C'erano bambini, vecchi, gente dei centri sociali, studenti, lavoratori, sindaci, qualche politico, tanta gente informata e pronta a resistere perché l'opera inutile chiamata Tav non venga iniziata.
Un lungo serpentone tranquillo, gioioso, pacifista, perché la violenza sta sempre dalla parte di chi ha torto.
E la violenza non ha tardato ad arrivare: stanotte un incendio doloso ha bruciato il presidio di Borgone, distruggendolo completamente. Non è la prima volta che si da fuoco ad un presidio: era successo già poco più di una settimana fa. Anche questa volta l'incendio è di natura dolosa. Ma questi attacchi violenti e mafiosi non fermano chi della non violenza ha fatto la sua arma principale: si parla già di ricostruire il presidio, più moderno e funzionale del precedente.
Nel frattempo oggi si sono riuniti i Si Tav. Al calduccio, seduti, in una stanza, sorridenti alle numerose telecamere. Quasi mille secondo la questura, che questa volta concorda con gli organizzatori. Qua i politici abbondano, di ogni schieramento, poiché l'interesse economico è bipartisan.
I No Tav non mollano, lo dimostrano ogni giorno, sono attenti e informati. E' proprio l'informazione l'arma da usare, non la violenza: chiunque sappia informarsi scoprirà che numerosi studi (ad esempio il Politecnico di Torino) dichiarano il Tav un'opera inutile. Inutile, costosa e pericolosa. Insomma, non s'ha da fare.
Matteo Nurisso