ASSEMBLEA NO-TAV PRESSO CENTRO POLIVALENTE DI BUSSOLENO
La serata inizia con un ricordo di Raul e di Alessio recentemente scomparsi. Alberto Perino fa appena in tempo a nominarli che si innesca nella sala un lungo e caloroso applauso.
Il Governo aveva affermato che la Valle di Susa era normalizzata, la protesta NO TAV ristretta a un piccolo gruppo di abitanti locali e la maggioranza delle amministrazioni locali favorevoli alla realizzazione dell’opera.
Oggi il movimento NO TAV ha realizzato il primo presidio permanente sui siti dei previsti carotaggi occupando pacificamente con una baracca il sito S68 in territorio di Susa presso l’ex autoporto su un terreno di proprietà del Comune di Susa e di Consusa.
Sono stati forniti i numeri dei partecipanti: 500 per la questura, oltre 1000 per gli organizzatori.
Erano tanti?
A questa domanda Alberto Perino, uno dei leader del movimento, ha risposto affermando che sono sufficienti per impedire la realizzazione di questo e di altri sondaggi.
A seguito delle deliberazioni della Comunità Montana ufficialmente insediata da inizio d’anno circa la propria contrarietà , all’interno dell’Osservatorio Virano, alla redazione del progetto di tracciato e il disconoscimento dell’ultima bozza del FARE presentato come documento della Comunità Montana stessa ma da questa mai deliberato, ha portato alla fuoriuscita dall’Osservatorio.
Viene distribuita copia del Comunicato stampa del Governo che conferma il giudizio positivo sull’operato dell’Osservatorio ed a seguito della fuoriuscita dei rappresentanti della Comunità Montana “constata che la nuova Comunità Montana ... non si connota con il profilo di sensibilità politico-istituzionale idoneo a rappresentare il pluralismo delle Comunità locali presenti sul territorio”.
Si invita la Regione a voler sondare la disponibilità alla realizzazione dell’opera da parte delle amministrazioni comunali interessate, limitando solo a queste la presenza attiva nella redazione del progetto all’interno del rimaneggiato Osservatorio.
Nello stesso documento si legge tra le righe che l’accesso alle compensazioni previste nel Piano strategico della Provincia (in realtà vengono finanziate solo opere riguardanti la città di Torino) sarà possibile alle sole comunità che si dimostreranno collaborative con gli enti territoriali interessati.
Per finire si incarica il Prefetto di Torino a monitorare le azioni delle amministrazioni locali “al fine di verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali e di leale collaborazione tra le istituzioni”. Benché questo ruolo sia di fatto normalmente esercitato dall’organo di governo provinciale, leggerlo come inciso nel comunicato determina il ricordo di un inquieto passato.
Vengono di fatto cambiate le regole del gioco. L’Osservatorio nato in risposta agli aperti dissensi manifestati sul finire del 2005, per coinvolgere le comunità locali informandole dell’opera, successivamente utilizzato per far approvare, di fatto, un documento dove viene stabilita una serie di tracciati, nel momento in cui una delle componenti dissente dal Governo, necessita di una revisione che assicuri l’accettazione del progetto.
Tutto ciò non rappresenta un problema per il movimento, di fatto contrario a qualsiasi ipotesi di tracciato, ma fa cadere la maschera di fronte all’Europa a cui si era venduta l’immagine di un territorio normalizzato e nella maggioranza favorevole all’opera.
Gli stessi sindaci, eletti all’interno di liste civiche che comprendevano nel proprio programma elettorale un richiamo più o meno esplicito al NO TAV, dovranno confrontarsi con il proprio elettorato cui devono, almeno per moralità il rispetto del programma.
Luigi Casel, fa notare che il Comunicato stampa esplicita come la Comunità Montana non abbia ritenuto di dover mettere a disposizione i propri tecnici per un gruppo di lavoro che non intende discutere di opportunità di realizzazione ma aspiri alla redazione di un progetto.
Ora spetta alla Regione quindi giocare il proprio ruolo nel fornire l’elenco dei sindaci “buoni e accondiscendenti” da arruolare nel nuovo Osservatorio. Parecchie liste civiche hanno però inserito nel loro programma un più o meno marcato accenno alla propria contrarietà all’opera e tale programma impegnativo verso i propri elettori dovrà oggi essere rispettato con forti difficoltà ad uno schieramento netto.
Lo stesso Chiamparino ha giudicato un errore politico l’aver estromesso i contrari dal processo di approvazione dell’opera ma il comunicato del governo non lascia dubbi e crea una profonda e non facilmente sanabile spaccatura.
Il Vicepresidente della Comunità Montana ricorda come gli eventi delle ultime settimane con l’aperta opposizione dell’attuale coalizione abbiano di fatto sparigliato le carte del vertice di Regione e Provincia da tempo in palese accordo con il Presidente del Consiglio e con il PdL.
La fusione delle due precedenti comunità avente lo scopo di mettere in minoranza lo schieramento No TAV della bassa valle di Susa ha fallito per ora il suo obiettivo, ora attraverso il ricatto delle compensazioni da assegnare solo ai “comuni buoni” si cercherà di creare qualche spaccatura.
Mario Cavargna fa però notare come il Piano Strategico riguardi solo opere da realizzare a Torino e conseguentemente la perdita di tali fondi non penalizzi quasi per niente la Valle. Tuttavia è lecito domandarsi come possa uno stato democratico porre in atto un vero e proprio ricatto nel finanziamento di opere quali potrebbero essere fognature o strade, pur di ottenere forzatamente il consenso su opere che la maggioranza della popolazione non vuole.
Tornando al piano dei sondaggi da realizzare (91 secondo l’Osservatorio) va detto che è stato redatto da tecnici che oggi vengono disconosciuti; lo stesso non è mai stato approvato ma verrà messo in atto con l’ennesima bufala della scadenza improrogabile del 31 gennaio p.v. per presentare alla Comunità Europea il tracciato definitivo, pena la perdita dei finanziamenti.
Nulla di più falso dal momento che le scadenze sono già state disattese da tempo così come il finanziamento che il governo italiano doveva versare. Purtroppo noi Valsusini, da tempo ci siamo abituati ad essere critici nelle affermazioni che i media vendono come certezze assolute.
Tra le bufale sulla TAV annoveriamo anche le affermazioni del parlamentare PdL Cota il quale afferma al TG regionale che negli scontri del 2005 fossero presenti dei black blocks. In realtà ha parzialmente ragione in quanto tali forze erano presenti la notte di Venaus ma resta il dubbio se non vestissero l’uniforme dei manganellatori di gente comune inerme intenta solamente a dormire.
Viene inoltre presentata una relazione redatta da tecnici che hanno analizzato il costo stimato per la realizzazione dei sondaggi. L’invito è di andarlo a leggere direttamente sul sito www.ambientevalsusa.it . Chi voglia approfondire, scoprirà che i 91 sondaggi stimati secondo le tariffe utilizzate dai tecnici dell’Osservatorio, pur con il massimo dei costi derivanti dalle peggiori caratteristiche di terreno carotato, sommano ad un massimo inferiore a 3.000.000 € mentre inspiegabilmente il costo stimato é di 6.000.000 €.
Pur senza negare che sorge più di un dubbio circa la differenza abissale tra i due importi non resta che notare che la TAV comincia bene.
Tra i numerosi interventi, quello di un leader del movimento della Val Sangone che conferma la crescita del dissenso nella vicina valle che nella giornata odierna ha posto in atto una serie di presidi volanti nei vari comuni interessati per sensibilizzare la popolazione ormai sempre più critica. La notizia è stata anche riportata dall’ANSA.
Dal salone polivalente di Bussoleno, colmo di un’assemblea ordinata ed attenta emerge la rinnovata compattezza del movimento pronto a dare nuovamente una risposta ferma e democratica all’arroganza del potere istituzionale.
Al termine dell’assemblea viene approvato all’unanimità il documento che verrà diffuso ai giornali.
Il movimento NOTAV,
COMUNICATO STAMPA Comitati NO TAV Val Susa, Val Sangone, Torino e Cintura
NO AI SONDAGGI NO AL TAV
- forte delle recenti delibere assunte da 17 consigli comunali della Valle di Susa, contrarie ai sondaggi finalizzati alla nuova linea ad alta capacità/velocità Torino-Lyon, che rafforzano i precedenti pronunciamenti delle amministrazioni locali che hanno accompagnato le 32.000 firme contro il TAV presentate a Strasburgo nel settembre 2007
- a fronte della chiara opposizione al TAV manifestata dalla Comunità Montana delle valli di Susa e Sangone, democraticamente eletta lo scorso 7 novembre, nonostante i tentativi di ingerenza e di intimidazione finora perseguiti dalla presidente della Regione Piemonte e dal presidente della Provincia di Torino per condizionarne il funzionamento
ribadisce il suo NO, senza se e senza ma, ai carotaggi previsti nei siti indicati dal signor Mario Virano, legale rappresentante della consorteria affaristico-mafiosa legata al TAV, su cui varie Procure della Repubblica stanno ancora investigando.
Per questo organizza per sabato 9 gennaio
- alle 14,00 un presidio pacifico e di massa presso l’Autoporto di Susa, con partenza dal semaforo sulla SS24 in località Traduerivi di Susa
- e alle 21,00, presso il centro polivalente di Bussoleno, un’assemblea popolare con gli amministratori per decidere come proseguire la mobilitazione e il presidio del territorio
FERMARE IL TAV E’ POSSIBILE FERMARLO TOCCA A NOI. ADESSO! Venaus, 7 gennaio 2010
Comitati NOTAV della Valle di Susa, Val Sangone, Torino e Cintura
l'Ufficio Stampa del Coordinamento dei Comitati NO TAV
Testo e immagini (esclusa la prima) di Bruno Nurisso