La chiesa riforma i canti

Una chitarra, un plettro, un canzoniere fatto a mano e un po' di fede. Questi sono gli ingredienti di tante cantorie, dei gruppi scout Agesci. Questi sono gli ingredienti che rischiano di sparire dalle chiese, perché giudicati inadatti.
La Chiesa non può tollerare questa gente, gente che modernizza dei canti liturgici, che cerca di restare al passo coi tempi, non sia mai, la Chiesa mica vuole essere moderna!
Questa è la decisione: niente più chitarre, niente canzonieri né tamburi. Ultima decisione della restaurazione della Santa Messa voluta da Benedetto XVI, dopo il permesso di celebrare la messa in latino.
"Basta canzoni sciatte" asserisce Alessandra Borghese, insomma, la Chiesa sembra proprio volere restringere il repertorio di canzoni, eliminando quelle che posso confondere il fedele, ma anche quelle riarrangiate per i cristiani o create dai gruppi scout. Via Baglioni dalla santa hit, come definisce scherzosamente l'Espresso.
Evidentemente non si gradisce che il fedele voglia partecipare alla messa cantando con gioia, appunto accompagnandosi con uno strumento, magari canzoni un po' più moderne e diciamocelo, noiose, dei canti gregoriani o simili.

La decisione della Chiesa a mio avviso allontana sempre di più il cristiano dalla Messa, sembra quasi volerlo escludere e non renderlo partecipe, se non protagonista. La scelta di proibire certi canti e certi strumenti è sintomo di un ritorno alle origini di certo non positivo per la vitalità di molte parrocchie, nelle quali le cantorie si troveranno di colpo senza niente da poter cantare, né suonare e si troveranno così di fronte ad un bivio: obbedire agli ordini della Chiesa cantando le canzoni non "censurate" o sciogliere il gruppo, facendo perdere così alla comunità vitalità.
Stessa cosa vale per i gruppi scout: verrà scomunicato chi osa cantare l'"Alleluja delle lampadine"?!







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