Roma, 12 settembre
Il ministo Brunetta attacca il settimanale "L'Espresso" riguardo alla pubblicazione di un articolo sul periodico che attacca aspramente la politica del ministro.
Il reportage parla delle dichiarazioni di Brunetta fatte a riguardo dell'assenteismo nel campo statale, dichiarandone a gran voce la drastica riduzione, giungendo a dire che nel solo mese di luglio il livello è sceso di un ulteriore 17%.
Secondo il quotidiano diretto da De Benedetti, il valore sarebbe frutto di un campionaggio "mirato" su una piccola fetta di amministrazioni che vogliono fare bella figura.
Secca la risposta del Ministro della Pubblica Innovazione, che definisce il campione ampio e valido. A presto ulteriori verifiche!
Ma la carogna di Brunetta non finisce di certo qua: sempre sul settimanale, attacca le categorie dei musicanti e dei cineasti. Parlando a proposito del Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo (n.d.r. il Fus è ciò che assicura i finanziamenti al mondo dello spettacolo) ha espresso il fatto che i "rubinetti" vanno chiusi perchè consiste in uno spreco in quanto "tutti i parassiti dei teatri lirici, i finti orchestrali che suonano poco e vogliono solo i sussidi devono andare a lavorare". Dopo questa affermazione non poteva mancare il classico elogio al pater familiis: "Suonate di mattina e di notte come faceva mio padre".
Parole dolci anche per i cineasti, definiti anch'essi parassiti dello stato e "persone che hanno preso milioni di euro di soldi pubblici e poi al botteghino hanno incassato pochissimo. Gente che non ha mai lavorato per il bene del paese, anzi che non ha mai lavorato".
In chiusura, non poteva mancare un punzecchiamento alla Cigl e ai sindacati, etichettati come "rappresentanti di un certo culturame parassitario".
Come saluto di commiatto, le seguenti parole: "Siamo gli smontatori della borghesia radicale chic ed autoreferenziale di merda. Dobbiamo essere i distruttori di questa Italia"
Caro ministro, sono pienamente d'accordo con lei: questa non è l'Italia che sognavamo da piccoli. Siamo, come dice il titolo di un libro del duo Travaglio-Gomez, in una Repubblica delle Banane fatta di favoritismi e clientismo. Parassitari giustappunto.
Ma non è tagliando i fondi alle uniche cose che riescono a rivalutare l'immagine del nostro paese nel Mondo: la lirica dei grandi tenori e soprani e il teatro con attori che tutti ci invidiano!
Senza parlare del cinema che ultimamente sta prendendo forma anche nel Bel Paese (pardon, è permesso escludere i cine-panettoni!), che seppur non sfondando al botteghino, sono capolavori di regia.
Ci sono altri modi per migliorare quest'Italia satura di inghippi e maldicenze. Un'idea potrebbe essere quella di schiacciare i parassiti, ma quelli veri, quelli che vivono sulle spalle della gente, che lavorano per un breve periodo e poi vivono di rendita, che predicano bene e razzolano malissimo...Insomma, signor ministro fossi in lei, farei attenzione a scarpe, spray e acchiappamosche!