In questo clima, teso e scottante, il Berlusconi decide di parlare di mafia:
Berlusconi sottolinea che "la mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta" anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come "le serie della Piovra" e in generale "la letteratura, Gomorra (di Roberto Saviano ndr) e tutto il resto".
Insomma, la Mafia non sarebbe un argomento così importante in Italia e all'estero se non se ne parlasse. Molto meglio tacere, non parlarne al popolo, di modo che esso non possa comprendere che qualche cosa non funziona.
Già, perché se chiunque scorresse l'home page di Repubblica scoprirebbe che sono stati chiesti 11 anni di reclusione per Dell'Utri.
"Il boss Vittorio Mangano era in contatto con Marcello Dell'Utri, che fu il tramite per l'assunzione del mafioso nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi"
Insomma, se il rapporto tra mafia e stato si fa sempre più evidente meglio non farlo notare.
O almeno questo è il pensiero della maggioranza. Poiché se un personaggio come Saviano è così famoso da aver venduto un sacco di libri ed allo stesso tempo vivere forzatamente sotto scorta, significa che probabilmente non ha scritto cazzate, ma qualcosa di vero e reale, la descrizione di un paese in cui la corruzione ed il malaffare sono cose comuni e ormai accettate e che ha bisogno al più presto d'invertire rotta.