Sanità USA 2: lobbying


Nella guerra senza quartiere sulla sanità USA è fondamentale il ruolo delle lobbies. Dal momento che miliardi di dollari sono in ballo, sia per quanto riguarda le casse dello stato, ma sopratutto visti gli introiti delle assicurazioni sanitarie, è dura fare una riforma senza scontrarsi con chi non ci vuole perdere. La riforma che vorrebbe Obama costringerebbe le assicurazioni private ad avere una nuova concorrenza: una sanità pubblica, garantita per tutti. Per evitare che questo accada si investono milioni di dollari in campagne pubblicitare, studi fatti su commissione e molto altro ancora, per convincere i deputati che la sanità privata non va ostacolata. Convincerli a votare contro una riforma che preveda una copertura sanitaria per tutti. Lobbying appunto. Ma .. qualcosa potrebbe succedere. Leggete questo post che ho trovato su un altro blog.

Alessio Meyer

Dal blog ".fbassociati"

Nelle prossime settimane il Congresso e la Casa Bianca inizieranno a percorrere il labirinto politico della riforma sanitaria.

Dai tempi di Truman, ogni Presidente di fede democratica ha tentato di disegnare un nuovo assetto sanitario per il paese, e sono passati 16 anni dal fallimento della proposta di riforma Clinton, uno delle primi passi politici dell’attuale Segretario di Stato.

Pur consapevole delle difficoltà, l’ambizioso Obama si è dato come scadenza la fine dell’anno per approvare una legge di riforma della sanità che permetta ad ogni cittadino americano di avere un’assistenza sanitaria gratuita.

Le ragioni non sono unicamente di tipo morale, bensì rientrano in un piu’ ampio piano di risanamento e rilancio dell’economia americana volto a diminuire le enormi spese dei dottori e degli ospedali statunitensi.

I gruppi di interesse chiamati in causa sono già da tempo in azione.

Non è un caso, dunque, scoprire che il comparto sanitario è quello che sta spendendo maggiormente in azioni di lobbying (ben 126 milioni di dollari dall’inizio dell’anno – dati opensecrets.org), superando anche il settore finanziario e bancario (111 milioni), da mesi in costante necessita’ di denaro pubblico per rimpinguare le casse rimaste vuote.

Le ricche compagnie farmaceutiche, oltre che quelle assicurative, questa volta dovranno difendersi anche dalla nascente Health Care for America Now, una coalizione di 1000 organizzazioni non profit con 30 milioni di iscritti, finalizzata alla promozione di una riforma della sanità accessibile a tutti i cittadini.

ll progetto, esempio magistrale di grassroots campaign, vede coinvolto in prima fila Howard Dean, ex Chairman Democratico, divenuto celebre per la prima grande raccolta di fondi online per le presidenziali 2004, e prevede di spendere ben 82 milioni di dollari in attività di advocacy e lobbying.

La partita, dunque, è tutta da giocare e K Street, ancora una volta, avrà un ruolo da protagonista.

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